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Sin da ragazzo sono stato rapito, affascinato, incantato dai segnali telegrafici.
L'ascoltare quei milioni di punti e linee che attraversavano il mare per raggiungere posti così lontani, mi faceva viaggiare con la mente.
Poi, mi chiedevo:
"Ma chi sono questi che trasmettono e capiscono tale lingua"?
Con impegno e forza di volontà, riuscii a prepararmi per l'esame che si tenne a Roma nel 1989, presso il Ministero PT, l'esame ancora consisteva in una prova scritta di radiotecnica e procedure;
una prova di ricezione a 40 caratteri al minuto e una di trasmissione
alla stessa velocità.
Il 15 gennaio 1990, dopo aver superato gli esami, mi arrivava la
patente di operatore di stazione di radioamatore nr 5803.
Insieme alla patente arrivò anche la licenza provvisoria per poter esercitare e, dopo qualche mese, mi giunse anche la definitiva.
La mia storia "radiotelegrafica" con l'indirizzo marittimo, cioè, dedicata
a quella svolta dai marconisti di bordo, inizia proprio in quel giorno,
e da allora, non ho mai smesso di usare il morse come una lingua.
Confesso che se non ci fosse la telegrafia, non saprei cosa farmene
della licenza.
Negli anni ho provato a dedicarmi a tutti i modi di trasmissione, inizialmente divertenti ma alla fine, le dita dovevano tornare sui tasti telegrafici e con questi "strumenti", il divertimento si trasformava in passione.