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de-IZØONL

Salve a tutti,

invio mie considerazioni in merito all' EM-SS, ( Electro Mechanical Side Swiper).

Inserisco anche il file audio dove, chi vuole, può ascoltare la "voce" dell'oscillofono manipolato

con l' EM-SS.

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Un caro saluto 73 Graziano IZ0ONL

call MEET MORSE EM_SS
00:00 / 00:28
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Hello everyone,

I send my considerations regarding the EM-SS, (Electro Mechanical Side Swiper).

I also insert the audio file where, whoever wants, can hear the "voice" of the manipulated oscillophone

with the EM-SS.

 

Best wishes 73 Graziano IZ0ONL

call MEET MORSE EM_SS
00:00 / 00:28

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de-IZØDDD

Tasto telegrafico tipo Side Swiper o tasto doppio

Tasto manuale di tipo orizzontale con i contatti in entrambi i lati, tanto da poterlo manipolare indifferentemente sia a sinistra che a destra, essendo perfettamente speculare. E’ stato inventato e creato alla fine del 1800. Probabilmente il primo fu costruito da Bunnell. Non mi sono preoccupato di cercare la sua storia e neanche ho provveduto a vedere tutti i modelli del passato. Per questo ci sono molti ricercatori che con l’aiuto anche di internet sono molto più bravi di me nel “copia e incolla”, perciò lascio questo compito importante a loro. Ricordo pero che il ricercatore Prof. Andrea Gaeta, da anni si interessa anche di telegrafia e su questo argomento e su molti altri, ha dedicato moltissimo del suo tempo. Nel suo sito http://www.bitnick.it/ alla voce “i segreti del side swiper” ha scritto delle considerazioni molto interessanti che vanno sicuramente valutati dal punto di vista fisico e meccanico, non dalla parte della manipolazione manuale perché il  Prof. Gaeta non è un radiotelegrafista.

Proprio per questa ragione negli anni scorsi il Prof. Gaeta ha contattato qualche esperto in telegrafia per chiedergli cosa ne pensassero del Codice Morse, della manipolazione e anche dei vari tasti telegrafici usati in rapporto alla propria esperienza.

 Una vera e propria inchiesta su questo argomento ha prodotto delle conclusioni che il professore ha catalogato a seconda dell’esperienza di ognuno di questi esperti del CW. Ha creato in seguito dei parametri inserendoli in tabelle come conseguenze dei suoi studi sull’argomento.

A proposito del Tasto Doppio (come piace chiamarlo a me), un esperto ha dato il suo parere a proposito delle molle di richiamo o meno del braccetto, che personalmente non mi convince. Infatti la sua opinione è che le molle sono state inserite esclusivamente per incrementare la velocità per inviare il codice (maggior velocità di esecuzione). Invece io penso che anche se la velocità può essere maggiore, il loro scopo principale è un altro. 

Prendo per riferimento un tasto doppio con braccetto molto rigido e un altro tasto doppio con braccetto molto flessibile. Nel primo è obbligatorio, per poter trasmettere i caratteri in maniera netta, avere uno “smorzatore” o una piccola lamina flessibile collegato tra il braccetto e il contatto fisso. Questo perché spostando il braccetto in maniera orizzontale l’aderenza con il contatto fisso avviene in maniera più prolungata nel tempo essendo la lamina flessibile. Se non ci fosse questo tipo di “smorzatore” il contatto in velocità avverrebbe solo in parte causando imprecisione nell’unione tra il braccetto e il contatto fisso.

Nel tasto doppio con braccetto flessibile, il tipo di smorzamento lo effettua lo stesso braccetto. Il problema starà però nel dosare quanto dovrà essere flessibile il braccetto stesso. Questo dipenderà dal modo di operare dell’operatore e dal tipo di trasmettitore che userà. Comunque cosa comune anche per il braccetto rigido.

Sono stati creati e costruiti molti tasti con caratteristiche diverse tra di loro e anche alcuni che hanno inserito anche un braccetto molto rigido con all’estremità dei braccetti flessibili regolabili.

Gli inventori negli anni non sono certo mancati ma esprimere un giudizio su quale tipo di tasto doppio sia migliore rispetto ad un altro, è difficile meccanicamente parlando. Forse occorrerebbe chiedere al fisico Prof. Gaeta. Per il radiotelegrafista di oggi, che ha a disposizione ogni tipo di tasto, passato e presente, credo che il giudizio sia esclusivamente personale. Questo perché non esiste assolutamente il tasto migliore per tutti, ma un tasto che soddisfa alcuni e altri meno o affatto.  Poi in definitiva ogni soluzione escogitata finora, risolve alcuni problemi di manipolazione ma ne crea altri, quindi come sempre, la manipolazione del side swiper è sempre un compromesso tra la tipologia del tasto e tipo di manipolazione individuale. Come del resto accade per ogni tipo di tasto telegrafico. Tutta questa premessa è servita per far intendere che a prescindere dal tasto, la manipolazione è una questione prettamente personale perché è la manualità dell’operatore che deve, nel caso, sopperire alla deficienza del tasto che sta usando, più che in altri tasti.

Con il tasto doppio, una delle difficoltà consiste nel riuscire a fare i punti nettamente senza che siano appena accennati oppure che siano troppo lunghi e anche con diversa velocità uno dall’altro quando si trasmettono caratteri con tanti punti.

Manipolare per la prima volta un tasto doppio, per chi non ha mai adoperato un Bug o un Paddle è intuitivo. Facile per l’apprendimento e ancor di più per utilizzarlo in poco tempo. Cosa completamente diversa invece è per chi ha già usato un Bug o un Paddle, perché la mente ha in memoria che i punti si compongono dalla parte sinistra e le linee solo dalla parte destra. Occorre perciò cancellare questo tipo di memoria o meglio, relegarla da una parte, pronta a tirarla fuori quando si riadopera quel tipo di tasto.

Purtroppo questo sarà un problema per chi ha già questo tipo di esperienza, ma tutto sommato in poco tempo si acquisisce questa nuova “lingua” e si potrà in seguito cambiare anche in corsa tutti i tipi di tasti che si voglia, senza pericolo di sbagliarsi.

Ultimamente sono venuto in possesso dell’ultimo tasto tipo side swiper costruito da Alberto Frattini. Me ne ha spedito un prototipo affinché lo provassi dandone un giudizio, essendo io, almeno per lui, un intenditore di questo tipo di tasto. In realtà non sono affatto un esperto di tasti doppi, però ho acquisito una certa esperienza avendo manipolato da parecchi anni, qualche modello diverso di questi tasti che mi affascinano molto.

Il nuovo tasto doppio di I1QOD si presenta tutto cromato con regolazioni in acciaio inox (come è suo costume da qualche anno). Bello e pesante pur essendo molto compatto a causa del braccetto corto e spesso. Le sue caratteristiche principali sono:

Regolazione della durezza o meno del braccetto con magneti

Contatti installati sul braccetto telescopici (rientranti in una sede sul braccetto).

Quest’ultima caratteristica dei contatti telescopici è una vera genialità creativa di Alberto perché pur costruendo un braccetto corto e rigido, con questa idea riesce a renderlo come se fosse un braccetto flessibile, ma con la caratteristica che i contatti toccandosi, restano uniti per più tempo senza causare il classico strusciamento che provoca un’asta troppo flessibile. Infatti per evitare questo tipo di problema, che di solito avviene in molti tipi di trasmettitori moderni (escluso il Ten Tec), l’operatore è costretto ad allargare lo spazio fra i contatti, cosa che provoca una certa difficoltà nella manipolazione e una più bassa velocità di esecuzione.

La conseguenza di questa vera e propria creazione è la facilità di regolazione del tasto e una maggior facilità di manipolazione anche causata dal maggior avvicinamento dei contatti fra di loro.

Come scritto sopra, in definitiva è sempre l’operatore che stabilisce in ultima analisi, come si trova con un tipo di tasto rispetto ad un altro. Però con questo tasto magnetico costruito nel 2018 pare che i pareri degli operatori che lo usano sia unanime, cioè molto positivo. Anzi sicuramente il migliore dei tasti doppi che ognuno di noi possiede per essere manipolato bene e con facilità.

Ricordo a chi legge che quello che scrivo è soltanto una mia opinione scaturita dalla mia esperienza personale, non certo una verità assoluta. Non prendete per oro colato ciò che io considero e scrivo, sono consapevole che malgrado sia stato un RT professionista per parecchi anni e che mi dedico al CW fin da ragazzo la mia conoscenza è limitata anche in questo settore malgrado il mio impegno.

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Natale Pappalardo

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Side Swiper type telegraph key or double key
Horizontal type manual button with contacts on both sides, so that it can be manipulated indifferently both on the left and on the right, as it is perfectly mirrored. It was invented and created in the late 1800s. Probably the first was built by Bunnell. I didn't bother looking for his story, nor did I go through all the patterns from the past. This is why there are many researchers who, with the help of the internet, are much better than me in "copy and paste", so I leave this important task to them. However, I remember that the researcher Prof. Andrea Gaeta, for years has also been interested in telegraphy and on this topic and on many others, has dedicated a lot of his time. On his website http://www.bitnick.it/ under the heading "the secrets of the side swiper" he wrote some very interesting considerations that must certainly be evaluated from a physical and mechanical point of view, not on the part of manual manipulation because Prof. Gaeta is not a radio operator.
Precisely for this reason in recent years Prof. Gaeta has contacted some expert in telegraphy to ask him what they thought of the Morse Code, of the manipulation and also of the various telegraph keys used in relation to his own experience.
A real investigation into this topic has produced conclusions that the professor has cataloged according to the experience of each of these CW experts. He later created parameters by inserting them in tables as consequences of his studies on the subject.
About the Double Button (as I like to call it), an expert gave his opinion about the return springs or not of the arm, which personally does not convince me. In fact, his opinion is that the springs were inserted exclusively to increase the speed to send the code (higher execution speed). Instead I think that even if the speed may be higher, their main purpose is another.
I take as a reference a double fret with a very rigid arm and another double fret with a very flexible arm. In the first, it is mandatory to have a "damper" or a small flexible sheet connected between the arm and the fixed contact in order to transmit the characters clearly. This is because by moving the arm horizontally, adherence with the fixed contact occurs in a more prolonged manner over time as the sheet is flexible. If this type of "damper" were not present, the contact at speed would occur only in part, causing inaccuracy in the union between the arm and the fixed contact.
In the double fret with flexible arm, the type of damping does the same arm. The problem, however, will lie in dosing how flexible the arm itself must be. This will depend on the operator's way of operating and the type of transmitter he will use. However, this is also common for the rigid arm.
Many keys with different characteristics have been created and built, and even some that have also included a very rigid arm with adjustable flexible arms at the end.
There has certainly been no shortage of inventors over the years but making a judgment on which type of double fret is better than another is mechanically difficult. Perhaps we should ask the physicist Prof. Gaeta. For today's radiotelegraph operator, who has all sorts of buttons, past and present at his disposal, I believe that the judgment is exclusively personal. This is because there is absolutely no best key for everyone, but a key that satisfies some and others less or not at all. Then ultimately every solution devised so far solves some manipulation problems but creates others, so as always, the manipulation of the side swiper is always a compromise between the type of key and the type of individual manipulation. As is the case with any type of telegraph key. This whole premise has served to make it clear that regardless of the key, manipulation is a purely personal matter because it is the manual skill of the operator who must, if necessary, make up for the deficiency of the key he is using, more than in other keys.

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With the double key, one of the difficulties consists in being able to make the points clearly without them being just hinted at or that they are too long and also with different speed from each other when transmitting characters with many points.
Manipulating a double button for the first time is intuitive for those who have never used a Bug or a Paddle. Easy for learning and even more so to use it in a short time. On the other hand, it is completely different for those who have already used a Bug or a Paddle, because the mind has in memory that the points are made up on the left side and the lines only on the right side. It is therefore necessary to cancel this type of memory or rather, relegate it to one side, ready to take it out when that type of key is used again.
Unfortunately this will be a problem for those who already have this type of experience, but all in all in a short time you will acquire this new "language" and you can then change all types of keys you want during the race, without the risk of making a mistake.
Lately I came into possession of the latest side swiper type button built by Alberto Frattini. He sent me a prototype so that I could try it out by giving an opinion, being I, at least for him, a connoisseur of this type of key. Actually I am not at all an expert on double frets, but I have gained some experience having manipulated for several years, some different model of these frets that fascinate me a lot.
The new double button of I1QOD is completely chromed with stainless steel adjustments (as has been his custom for a few years). Nice and heavy while being very compact due to the short and thick arm. Its main features are:
Adjustment of the hardness or less of the arm with magnets
Contacts installed on the telescopic arm (falling into a seat on the arm).
This last characteristic of the telescopic contacts is a true creative genius of Alberto because while building a short and rigid arm, with this idea he manages to make it as if it were a flexible arm, but with the characteristic that the contacts, touching each other, remain united for a longer time. without causing the classic rubbing that causes a rod that is too flexible. In fact, to avoid this type of problem, which usually occurs in many types of modern transmitters (except Ten Tec), the operator is forced to widen the space between the contacts, which causes a certain difficulty in handling and a lower speed of execution.
The consequence of this real creation is the ease of adjustment of the key and greater ease of manipulation also caused by the closer proximity of the contacts to each other.
As written above, ultimately it is always the operator who ultimately establishes how he is with one type of key compared to another. But with this magnetic button built in 2018 it seems that the opinions of the operators who use it are unanimous, that is, very positive. Indeed certainly the best of the double keys that each of us has to be manipulated well and with ease.
I remind the reader that what I write is only my opinion derived from my personal experience, certainly not an absolute truth. Do not take at face value what I consider and write, I am aware that despite having been a professional RT for several years and that I have been dedicating myself to CW since I was a boy my knowledge is also limited in this sector despite my commitment.

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Natale Pappalardo.

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Il semiautomatico come lo vedo io

 

Leggendo sul forum di www.telegrafia.it sembra che i tasti semiautomatici siano dei veri “diavoli”, ci vogliono “secoli” per regolarli e per imparare ad adoperarli, almeno così spiegano alcuni operatori che hanno passato anni a studiarli, invece, per quanto mi riguarda, non mi risulta. Infatti, quando ho avuto per la prima volta tra le mani, un tasto semiautomatico, senza che nessuno mi avesse detto niente e senza aver mai visto nessun altro manipolarlo, dopo soli pochi minuti, già trasmettevo quasi senza errori. Sarà predisposizione la mia? Niente affatto perché ne ho visti e sentiti parecchi di O.M che hanno fatto come me. In realtà questo tipo di tasto è stato inventato per aiutare l’operatore telegrafista nel suo mestiere, per rendergli la vita più facile, non certo per complicargliela. Certamente è necessario una regolazione di base e un po’ di attenzione. A differenza degli altri tasti, cioè del verticale o della chiave iambic e anche del sideswiper, il bug si presta a moltissimi tipi di regolazioni che l’operatore può scegliere di volta in volta a suo piacere. Questo lo rende molto versatile e gli consente di sposarsi completamente con il carattere o semplicemente con la voglia che l’operatore ha in quel momento. Chiaramente per chi giunge dall’automatico, prendere in mano il bug può creare qualche difficoltà ma si tratta di problemi risolvibili in poco tempo, giusto il necessario per prendergli le misure. C’è chi dice che, se prima si impara con il verticale poi con il bug e poi con l’automatico, alla fine si avrà con tutti i tasti una buona manipolazione perché dicono, si è aiutati moltissimo dall’aver appreso prima la manipolazione con il verticale, per quanto riguarda la cadenza e la precisione. Sinceramente non so se questo sia vero, non credo ci siano stati studi in questo senso, sono solo ipotesi. Certo è che ho conosciuto molti operatori che, pur non conoscendo il verticale o il semiautomatico, manipolano l’automatico molto bene. Alcuni poi si sono appassionati al bug e poi al verticale, insomma hanno fatto il percorso inverso e vanno bene con tutti e tre i tasti. Altri che hanno fatto il percorso tradizionale, invece, non possiedono una buona manipolazione con nessuno dei tre. Probabilmente il CW bisogna prima averlo in testa e poi nella mano, a prescindere dal tipo di tasto usato. Ci potrà essere più o meno esercizio e più o meno simpatia per un particolare tipo di tasto ma in definitiva se si riesce ad andare bene con uno, significa che anche con gli altri si può andare bene, basta esercitarsi. Qualche tempo fa sul forum IK6BAK iniziò un discorso ……C'è da chiedersi perchè il bug non abbia in passato avuto diffusione nel bel paese……(Forum www.telegrafia.it msg nr. 12778 del 28/08/10 IK6BAK)……. Chi intervenne nella discussione si lamentò della miopia che sempre affligge l’Italia quando si tratta di riconoscere prodotti o mezzi innovativi o semplicemente non se lo sapeva spiegare. Qualcuno disse che gli era stato riferito che erano vietati su una flotta passeggeri prestigiosa, insomma non si sapeva il perché, ieri e neanche oggi. Eppure il semiautomatico rispetto al verticale …… ……Perché sia accaduto, proprio non si capisce. E ancora di più non si comprende come mai non abbia attecchito tra i radioamatori che, in definitiva, non hanno limiti normativi cui devono sottostare. Eppure il bug rappresenta un salto di qualità pazzesco rispetto al verticale. ……. (Forum www.telegrafia.it msg nr. 12803 del 30/08/10 IK0YGJ)…….. Ognuno di noi non avendo certezze fa ipotesi, almeno così dovrebbe essere, invece qualcuno cerca con una lente d’ingrandimento il classico pelo sull’uovo, pur sapendo che non esiste. Lo fa probabilmente per …… un processo di ingegnerizzazione condiviso.(IK0YGJ)… Il CW è veramente uno solo? (Forum www.telegrafia.it msg nr. 13264 del 27/09/2010 IK0YGJ)….. ……..Ma questa è un’altra storia in cui desidero dire la mia in seguito…. Quindi anch’io non avendo certezze formulo delle ipotesi sulla mancata diffusione in tutto il mondo del bug, prego non solo in Italia (U.S.A esclusa). In sintesi…… Credo che prima dell’ultima guerra mondiale i contatti commerciali tra i vari paesi intercontinentali fossero limitati e questo soprattutto per la difficoltà delle comunicazioni. Allora si parlava di TELEGRAFIA perché questa era ancora l’epoca in cui tutto andava comunicato via TASTO e poi via TELESCRIVENTE. Nel nostro paese le comunicazioni erano La Posta e l’Italcable, gli operatori erano equipaggiati soltanto di tasti verticali, il classico Postale. I particolari potremmo forse conoscerli da chi ha lavorato in quelli uffici mi riferisco a IT9PBR e a I8SOU, in sostanza questi famosi semiautomatici non si conoscevano nemmeno, almeno per i più e comunque io non so niente dei telegrafisti. Per quanto riguarda la radiotelegrafia, dopo Coltanoradio (Pisa) a cui distrussero le antenne durante la guerra, si realizzarono varie stazioni radio costiere. Negli anni di mezzo tra Coltano e le stazioni gestite dalle Poste le comunicazioni radio erano dirette dalle stazioni radio costiere della M.M. Nel 1952, si attivò Romaradio/IAR con personale che proveniva dalla Marina Militare e dalle poste stesse Sia l’ambiente postale che quello militare era molto rigido per le innovazioni. Il tasto in dotazione fu il Marconi 213. Negli anni seguenti il traffico aumento notevolmente e così anche le informazioni per l’arrivo nelle varie stazioni costiere di ex marconisti di bordo che portarono le “novità” viste negli U.S.A : i tasti semiautomatici. L’Amministrazione Postale italiana, sollecitata da alcuni (leggi pochissimi) dirigenti delle stazioni radio lungimiranti, (vedi Romaradio) stabilirono di dotarsi di alcuni semiautomatici della Vibroplex modello “original” se non ricordo male. Naturalmente i tasti non furono “invitati” come il verticale, sulla scrivania dell’operatore a causa del tempo speso per la regolazione personalizzata che ognuno preferiva (impossibile regolare il bug ogni volta che si iniziava il servizio) e poi la fragilità del tasto stesso consigliava di non installarlo in parallelo con il verticale, quindi venivano dati “ad personam” solamente a chi ne faceva richiesta, sotto la propria responsabilità (restituzione). Si deve tener conto che gli operatori conoscevano solo il tasto verticale e il semiautomatico dovevano imparare ad usarlo. Difficile conciliare il lavoro con gli esercizi, quando si smetteva di lavorare la maggior parte del personale non voleva sentire parlare di codice Morse. Principalmente questi sono stati i problemi, a mio parere, per la mancata diffusione dei semiautomatici. Negli USA il problema non si è posto perchè il bug è nato lì e gli operatori, sia commerciali e sia militari sono sempre stati a contatto con varie marche di bug che addirittura si facevano concorrenza. Quando finalmente il bug è arrivato ad essere conosciuto da tutti, si poteva addirittura comprarlo nei negozi specializzati, già era stato introdotto l’automatico che subito fu installato in parallelo al verticale perché aveva solo l’interruttore di accensione e il potenziome tro per la velocità. La facilità d’uso, e la mancata stanchezza del polso, portarono gli operatori professionisti a preferire quest’ultimo come tasto principale per la loro attività lavorativa. Gli O.M. pur essendo a conoscenza di questi bellissimi tasti, non li trovavano nei negozi specializzati se non negli anni in cui anche gli automatici fecero la loro comparsa. Soltanto chi veramente amava il bug, o gli ex naviganti si interessarono per adoperarli, gli altri, che già facevano fatica con il verticale, non videro l’ora di accantonarlo per dedicarsi anima e corpo ai vari automatici. Ci sarebbero ancora delle cose da dire, come il costo eccessivo, ma credo che questo basti, almeno credo. Ricordo a chi legge che quello che ho scritto è solo un’opinione, la mia. Per fortuna adesso se ne parla del bug, è ancora vivo e questo lo si deve principalmente agli operatori tutti, nessuno escluso che hanno dato, chi più chi meno, il loro contributo per la divulgazione di questo magnifico strumento “musicale” Per quanto riguarda il semiautomatico, tasto che fa tanto parlare di se, basterebbe visitare il sito di IK0IXI esattamente a questo indirizzo: http://nuke.ik0ixi.it/Radiotelegrafia/IlBugstoriaerestauro/tabid/531/Default.aspx per poter apprezzare l’ottima sintesi prodotta da Fabio e venire a conoscenza praticamente di tutto. Io non ho molta esperienza per quanto riguarda il Bug. Ne ho comprato uno nel 1968, esattamente un Vibroplex Blue Racer Finesh De Luxe adoperandolo per due anni ad Anconaradio/ICA dove facevo il servizio militare di leva, per altri due anni l’ho sempre portato con me nei miei imbarchi sulle navi mercantili. Dopo confesso, il fastidio del suo ingombro in valigia e il suo peso, mi hanno quasi obbligato a lasciarlo a casa dentro la sua scatola di cartone, anche perché a bordo non si trasmettevano molti telegrammi, il Bug era più che altro uno sfizio, un bel giocattolo. Era la ricezione che impegnava molto: liste traffico, bollettini meteo, stampa Ansa ed estere, avvisi ai naviganti ecc. Lo lasciai per circa 25 anni dimenticato in fondo ad un armadio, poi con il mio arrivo tra gli O.M. iniziai ad interessarmi di nuovo al Bug, ma non funzionava più molto bene e forse anch’io ero ormai arrugginito dal lungo abbandono. Mi venne in aiuto Claudio Tata IK0XCB perché riuscì a rimetterlo in ordine a mestiere regalandomi anche due pesi piccoli da aggiungere a quello in dotazione. Dopo qualche anno mi arrivò in dono il J36 di I0TKK che nel frattempo purtroppo era passato a miglior vita. Il tasto si presentava molto male, ma le ottime mani di Alberto Frattini I1QOD lo rimisero a posto. Si può vedere la trasformazione di com’era il tasto prima e dopo l’intervento sul mio sito www.iz0ddd.it alla voce sul menù PICTURES e poi SHACK. La differenza fra i due tasti, il Blue Racer ed il J36 era evidentissima e non solo per l’aspetto. Il J36 non si poteva mettere a confronto con il bellissimo Blue Racer, ma il suo funzionamento diverso più malleabile, più vario, me lo facevano preferire al primo. Il J36 potevo regolarlo in mille maniere diverse e farlo funzionare anche a velocità ridotta, sempre con il suo peso in dotazione. Se poi lo facevo lavorare con grande ampiezza di oscillazione del braccetto, i punti sembravano scolpiti, anche se poi, la difficoltà di manipolazione per andare a fare le linee aumentava. Avevo notato che quando facevo CQ con il Blue Racer, pochi operatori mi rispondevano, forse perché la velocità di manipolazione di quel tasto, creato per “correre” dava un certo fastidio in ricezione a parecchi, (non voglio pensare che la colpa fosse della mia manipolazione). D’altra parte se aggiungevo altri pesi sul braccetto per rallentarlo, il tasto si snaturava diventando pesante nell’uso e mi toglieva quel divertimento che invece offriva se lo lasciavo con un solo peso. Il J36 invece alla minima velocità poteva essere scambiato per un tasto verticale. Riusciva a non superare gli 85 caratteri al minuto, mentre se ponevo il peso tutto verso di me, la velocità poteva arrivare quasi a 140 c.m. In realtà, a seconda delle regolazioni, fermo rimanendo il peso, la velocità poteva cambiare. Un ulteriore variazione si otteneva anche muovendo la mano più o meno velocemente, ma questo è comune in tutti i bug. Quando ero convinto di aver trovato finalmente la giusta regolazione, quando alla fine ero soddisfatto di quanto trovato dopo i vari tentativi, mi dicevo che non lo avrei più spostato, invece dopo al massimo tre o quattro giorni, ecco che di nuovo ricominciavo a metterci le mani. Ad un certo punto mi resi conto che il tasto aveva una sola regolazione con una data velocità in cui sembrava che non opponesse alcuna resistenza. Come se trattandosi di un circuito oscillante, alla frequenza di risonanza annullasse ogni impedenza. Certamente il J36 funzionava benissimo sia al minimo e sia al massimo ma c’era una solo velocità, come ho scritto prima, in cui sembrava essere veramente perfetto, con quel tipo di regolazione. Avevo tra le mani il tasto del mio grande amico e collega Alfredo I0TKK, ne ero onorato, tanto che non mancavo mai di accennarlo durante i miei QSO. Poi presi l’abitudine, ogni qual volta incontravo in frequenza un operatore che adoperava il bug, di chiedergli che tasto adoperasse in quel momento e quale fosse il suo bug preferito. Quasi tutti mi rispondevano che il tasto preferito era il J36, si trovavano meglio con quello, molto meglio rispetto a tutti gli altri, esattamente come succedeva a me. Decisi quindi di informarmi sulla storia del J36 perché ne avevo visti alcuni diversi e tutti con la stessa denominazione. In sintesi dire J36 significa solo indicare un semiautomatico, infatti questa era la sigla che i militari U.S. diedero a questo tipo di tasto. Tutti i semiautomatici erano denominati J36, quindi non è corretto, o meglio non è abbastanza dire che si stia adoperando un J36, anche se è uso comune intendere che si stia usando un Vibroplex modello Lightning (tasto civile) o il suo corrispondente militare, oppure un Lionel (copia del Lightning) mentre, per J36 si può intendere anche un semiautomatico Bunnel, completamente diverso e forse ancora altre marche di cui non sono a conoscenza. Troverete tutto o quasi sia sul sito di IK0IXI che su quello di Domenico Caselli I6HWD se siete interessati a saperne di più. Man mano che passava il tempo, prendevo sempre più confidenza con il J36 tanto che stavo pensando di comprarmene un altro, magari un Lionel tanto per poterne provare la differenza con quello in mio possesso. Purtroppo non era possibile averlo nuovo perché era uscito di produzione probabilmente negli anni ’70 -’80 e quelli che si riuscivano a comprare su eBay, almeno a vederli in fotografia, erano tutti alquanto consumati. Avere un J36 nuovo di zecca, senza parti rovinate dall’uso sarebbe stato meraviglioso. Da qui l’idea di chiedere ad Alberto I1QOD di fabbricarne uno. Ammetto di essere stato molto insistente con lui, perché all’inizio non ne voleva sapere di J36, poi piano piano sono riuscito a convincerlo. Ho dovuto attendere due anni, ma alla fine mi arrivò a casa il suo nuovo bug chiamato TYPE J36 CHROME. Nr di serie 001 Inutile spendere parole per descrivere l’emozione che mi suscitò nel vederlo e nel toccarlo. Splendido e splendente come le parole di quella famosa canzone, ma anche molto pesante, di più rispetto all’originale. Tutto cromato con parti in acciaio inox., un tasto che rifletteva la luce come uno specchio. Telefonai ad Alberto per ringraziarlo e per chiedergli alcuni dettagli che mi avevano incuriosito. Come mai la velocità di esecuzione poteva variare da 18 a 35 w.p.m.? Un raggio maggiore rispetto a quello che possedevo io, da cosa dipendeva? Come mai il braccetto era così leggero? Sembrava di avere tra le dita una piuma mentre si formavano le linee! Perché produceva un suono cristallino come di campanellini mentre si manipolava? Come mai una volta posato sul tavolo non si riusciva quasi a staccarlo? Sembrava incollato sul piano! Come mai quando si facevano i punti il braccetto che li produceva oscillava per moltissimo tempo, come se avesse dentro una carica infinita? Com’era possibile che lo smorzamento naturale fosse così contenuto? Gli altri tasti in mio possesso dopo poco tempo esaurivano l’oscillazione. Rammento che lo bersagliai di domande, queste sono quelle che ricordo di più. Mi rispose che aveva apportato delle modifiche rispetto all’originale perché una volta smontato si era accorto che la lavorazione di alcuni particolari poteva essere fatta in maniera migliore, certo impiegando molto tempo ma, essendo un appassionato e non un costruttore professionista con operai sotto contratto, poteva permettersi di effettuare certe sofisticazioni che le Ditte, per motivi vari, primo fra tutti il lato economico, non avevano convenienza a realizzare. Mi specificò che aveva costruito l’asta oscillante delle linee e il supporto del Damper ricavandoli dal pieno, mentre negli originali venivano costruiti tramite stampaggio e piegatura poi, che i triangoli della torretta hanno uno spessore maggiore che lo rendono più stabile nelle regolazioni e che la particolarità del range di oscillazione del braccetto deriva dalla molla piatta montata sul braccetto oscillante dei punti. Sono stato io che, lamentandomi del Blue Racer per la difficoltà che incontravo a farlo andare lento all’occorrenza senza aggiungere altri pesi, che gli ha dato l’idea di costruire una molla con una rigidità tale da consentire al suo J36 l’escursione prodotta. Tutti questi piccoli particolari, l’accuratezza della realizzazione e la precisione del montaggio dei vari pezzi, rendono il tasto di Alberto praticamente perfetto. Sicuramente il collezionista potrà storcere il naso davanti ad un nuovo tasto che si rifà al Vibroplex Lightning creato nel 1927 perché non può avere in se la storia e il vissuto di un bug adoperato da chissà quanti operatori, però non potrà prescindere dal constatare che, il suo funzionamento e quindi la manipolazione che ne deriva, è senz’altro migliore dell’originale. Tenendo conto che già il J36 è considerato probabilmente il miglior semiautomatico al mondo, questo di Alberto supera ogni aspettativa dell’operatore che desidera manipolare con un Bug, a prescindere dal collezionismo. A proposito di questo, cioè delle collezioni di tasti che hanno una storia o semplicemente che sono pezzi rari o unici, sono sicuro che non si costruirà più un tasto simile in tutto il mondo, non perché non esistono artigiani in grado di creare un simile J36, soltanto perché non credo che ci sia una persona che perda così tanto tempo nel realizzarlo, avendo la capacità e la bravura di Alberto. Chi ha avuto la fortuna di comprarlo se lo tiene stretto, sia che lo adoperi o sia che lo metta solo in mostra nella sua vetrina, è comunque eccezionale in ogni particolare. La voce caratteristica del bug, la musica che crea quando lo si manipola può essere magnifica quando l’operatore riesce a suonarlo a dovere, un vero piacere per le orecchie. Una calligrafia talmente personale che identifica l’operatore alle prime battute. Il piacere che si ottiene manipolandolo è, dopo il verticale, il più intenso possibile. (a mio giudizio)

Natale Pappalardo op. Lino IZ0DDD

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The BUG, as I see it

 

Reading on the forum of www.telegrafia.it it seems that the semiautomatic keys are gods
real "devils", it takes "centuries" to regulate them and to learn how to use them, at least in this way
explain some operators who have spent years studying them, however, as far as I'm concerned,
I do not know. In fact, when I first had a key in my hands
semi-automatic, without anyone telling me anything and without ever having seen anyone
other manipulating it, after only a few minutes, I was already transmitting almost without errors. Sara
my predisposition? Not at all because I've seen and heard quite a few of O.M's they have
done like me. In reality, this type of button was invented to help the operator
telegraph in his profession, to make his life easier, certainly not to complicate it.
Certainly a basic adjustment and a little attention are required.
Unlike the other keys, i.e. the vertical or iambic key and also the
sideswiper, the bug lends itself to many types of adjustments that the operator can choose to
time after time at his pleasure.
This makes it very versatile and allows it to marry completely with the
character or simply with the desire that the operator has at that moment.
Clearly, for those coming from the automatic, picking up the bug can create
some difficulties but these are problems that can be solved in a short time, just the necessary for
take the measurements. There are those who say that if you first learn with the vertical then with the bug and then
with the automatic, in the end you will have a good handling with all the keys because they say,
you are helped a lot by having first learned the manipulation with the vertical, however much
it's about cadence and accuracy. I honestly don't know if this is true, I don't believe it
have been studies in this sense, they are only hypotheses. It is certain that I have met many operators
which, while not familiar with the vertical or semi-automatic, manipulate the automatic a lot
Well. Some then became passionate about the bug and then the vertical, in short, they did the
reverse path and go well with all three keys. Others who have made the journey
traditional, however, do not possess good manipulation with any of the three.
You probably have to have the CW first in your head and then in your hand, regardless of the type
key used. There may be more or less exercise and more or less sympathy for a particular
type of key but ultimately if you can fit with one, it also means with
others you can fit, just practice.
Some time ago on the IK6BAK forum began a speech ... ... One wonders why the
bug has not previously spread in the beautiful country …… (Forum www.telegrafia.it msg
no. 12778 dated 08/28/10 IK6BAK) ...

Those who intervened in the discussion complained of the myopia that always afflicts Italy when
it is about recognizing innovative products or means or simply not knowing
explain. Someone said they had been told they were banned on a passenger fleet
prestigious, in short, no one knew why, yesterday or even today. Yet the semi-automatic
with respect to the vertical ......
…… Why it happened, it's just not clear. And even more it is not clear how
has never taken root among radio amateurs who, ultimately, have no regulatory limits which
they must undergo.
Yet the bug represents a crazy leap in quality from the vertical. …….
(Forum www.telegrafia.it msg nr. 12803 of 30/08/10 IK0YGJ) …… ..
Each of us not having certainty makes hypotheses, at least so it should be,
instead, someone searches with a magnifying glass for the classic nit, even knowing
that does not exist. He probably does it for .......
a shared engineering process. (IK0YGJ)… Is the CW really only one? (Forum
www.telegrafia.it msg nr. 13264 of 27/09/2010 IK0YGJ)… ..
…… ..But this is another story in which I want to have my say later….
So I too, not having certainty, formulate hypotheses on the lack of diffusion in
the whole world of the bug, please not only in Italy (U.S.A excluded). In summary……
I believe that before the last world war the trade contacts between the various countries
intercontinental were limited and this above all due to the difficulty of communications.
Back then we talked about TELEGRAPHY because this was still the time when everything was going
communicated via KEY and then via TELEPHONE. In our country the communications were
La Posta and Italcable, the operators were equipped only with vertical keys, the classic
Postal. The details we could perhaps know them from those who worked in those offices I mean
at IT9PBR and I8SOU, essentially these famous semiautomatics did not know each other
not even, at least for the most part and in any case I don't know anything about telegraphers.
As for radiotelegraphy, after Coltanoradio (Pisa) to which they destroyed
antennas during the war, various coastal radio stations were built. In the years of
between Coltano and the stations managed by the Post Office, radio communications were directed by
coastal radio stations of the M.M.
In 1952, Romaradio / IAR was activated with personnel coming from the Navy
and from the post office itself Both the postal and military environments were very strict for the
innovations. The key supplied was the Marconi 213. In the following years the traffic increased
remarkably and so also the information for the arrival in the various coastal stations of former
on-board radio operators who brought the "novelties" seen in the U.S.A: the semiautomatic keys.
The Italian Postal Administration, urged by some (read very few) managers
farsighted radio stations (see Romaradio) decided to equip themselves with some
semiautomatic of the Vibroplex model "original" if I remember correctly.

Of course, the keys were not "invited" like the vertical, on the desk
of the operator because of the time spent on custom adjustment that each
preferred (impossible to fix the bug every time you started the service) and then the fragility
of the key itself advised not to install it in parallel with the vertical, so they were given
"Ad personam" only to those who requested it, under their own responsibility
(return). It must be taken into account that the operators only knew the vertical key and the
semiautomatic had to learn how to use it. Difficult to combine work with exercises,
when they stopped working most of the staff didn't want to hear about
Morse code. Mainly these were the problems, in my opinion, for the failure
diffusion of semiautomatics.
In the US the problem did not arise because the bug was born there and the operators, either
commercial and military alike have always been in contact with various brands of bugs that
they even competed. When the bug finally came to be
known by all, you could even buy it in specialized shops, it had already been
introduced the automatic which was immediately installed in
parallel to the vertical because it only had the power switch and the potentiome
tro for speed. The ease of use, and the lack of wrist fatigue, led to the
professional operators to prefer the latter as the main key for their business
working.
The O.M. despite being aware of these beautiful keys, they could not find them in the
specialized shops except in the years in which automatics also made their appearance.
Only those who really loved the bug, or the former sailors were interested in using them, the
others, who were already struggling with the vertical, couldn't wait to set it aside to dedicate themselves
body and soul to the various automatic. There are still some things to say, such as the cost
excessive, but I think this is enough, at least I think. I remind the reader that what I have
written is just an opinion, mine.
Fortunately, now we talk about the bug, it is still alive and this is due
mainly to all operators, no one excluded who have given theirs, some more or less
contribution for the dissemination of this magnificent "musical" instrument
As for the semi-automatic, a button that makes a lot of talk about itself, it would be enough
visit the IK0IXI website exactly at this address:
http://nuke.ik0ixi.it/Radiotelegrafia/IlBugstoriaerestauro/tabid/531/Default.aspx
in order to appreciate the excellent synthesis produced by Fabio and practically get to know them
of everything.
I don't have much experience with the Bug. I bought one in 1968,
exactly one Vibroplex Blue Racer Finesh De Luxe using it for two years ad
Anconaradio / ICA where I did my military service, I always wore it for another two years
with me in my boarding on merchant ships. After I confess, the annoyance of its encumbrance
in my suitcase and his weight almost forced me to leave him at home in his box
cardboard, also because not many telegrams were sent on board, the Bug was more than that

another a whim, a nice toy. It was the reception that took a lot: traffic lists,
weather reports, Ansa and foreign press, notices to sailors, etc.
I left it for about 25 years forgotten at the bottom of a closet, then with my arrival
among the O.M. I started getting interested in the Bug again, but it didn't work very well anymore e
perhaps I too was now rusty from the long abandonment. Claudio Tata came to my aid
IK0XCB because he managed to put it back in order by giving me two small weights
to be added to the one supplied.
After a few years I received the I0TKK J36 as a gift, which unfortunately was in the meantime
passed away. The fret looked very bad, but the excellent hands of Alberto Frattini
I1QOD put it back. You can see the transformation of what the button was like before and after
the intervention on my website www.iz0ddd.it under the PICTURES menu item and then SHACK. There
the difference between the two buttons, the Blue Racer and the J36 was very evident and not only for the appearance.
The J36 could not be compared to the beautiful Blue Racer, but his
different functioning, more malleable, more varied, they made me prefer it to the first. The J36
I could adjust it in a thousand different ways and make it work even at reduced speed, always
with its supplied weight.
If I then made it work with a great amplitude of oscillation of the arm, the points
they seemed carved, even if then, the difficulty of manipulation to go and make the lines
increased.
I had noticed that when I was doing QC with the Blue Racer, few operators answered me, perhaps because the speed of manipulation of that key, created to "run" gave a certain
annoyance in reception to several, (I do not want to think that it was my fault
handling). On the other hand, if I added other weights on the arm to slow it down, the key
it distorted, becoming heavy in use and took away from me the fun it offered instead
if I left it with only one weight. The J36, on the other hand, at minimum speed could be swapped
for a vertical key. He could not exceed 85 characters per minute, while if I posed
the weight all towards me, the speed could reach almost 140 c.m. Actually, depending on
of the adjustments, while the weight remained, the speed could change. A further
variation was also achieved by moving the hand more or less quickly, but this is it
common in all bugs. When I was convinced that I had finally found the right setting,
when in the end I was satisfied with what I found after the various attempts, I told myself that it is not
I would have moved more, but after at most three or four days, here it is again
I was starting to get my hands on it again. At some point I realized that the key only had one
adjustment with a given speed in which it seemed that it offered no resistance.
As if being an oscillating circuit, at the resonant frequency it cancels every
impedance. Certainly the J36 worked very well both at idle and at maximum but it was there
only one speed, as I wrote before, in which it seemed to be truly perfect, with
that kind of adjustment.
I had in my hands the key of my great friend and colleague Alfredo I0TKK, I was
honored, so much so that I never failed to mention it during my QSOs. Then I got used to it,
whenever I frequently met an operator who was using the bug, to ask him that
he key he was using at that time and what his favorite bug was. Almost all of me
they replied that the favorite key was the J36, they were better off with that,much better than everyone else, just like me. So I decided to
inform me about the history of the J36 because I had seen some different and all with the same
name. In summary, saying J36 only means indicating a semi-automatic, in fact this one
was the abbreviation that the U.S. military they gave this type of key. All semiautomatics were
called J36, so it is not correct, or rather it is not enough to say that it is being used
a J36, although it is common to assume that you are using a Vibroplex model Lightning
(civil key) or its military correspondent, or a Lionel (copy of the Lightning) while,
for J36 we can also mean a Bunnel semiautomatic, completely different and perhaps
still other brands that I am not aware of. You will find everything or almost everything on the site of
IK0IXI and on that of Domenico Caselli I6HWD if you are interested in learning more.
As time went by, I became more and more familiar with the J36 as much
that I was thinking of buying another one, maybe a Lionel just to try it out
the difference with the one in my possession. Unfortunately it was not possible to have it new because
it was probably out of production in the 70s and 80s and those that were able to
buy on eBay, at least to see them in the picture, they were all quite worn out. Having a
Brand new J36, with no parts damaged by use, it would have been wonderful.
Hence the idea of ​​asking Alberto I1QOD to make one. I admit I am
he was very insistent with him, because at first he didn't want to know about J36, then slowly
I managed to convince him. I had to wait two years, but eventually I got home on
its new bug called TYPE J36 CHROME. Serial No. 001
It is useless to spend words to describe the emotion that aroused me in seeing him and in
touch it. Splendid and shining like the words of that famous song, but also a lot
heavy, more than the original. All chrome with stainless steel parts., One button that
it reflected the light like a mirror. I called Alberto to thank him and to ask him
some details that had intrigued me. Why the speed of execution could vary
from 18 to 35 w.p.m.? A greater radius than I had, from what
depended? Why was the arm so light? It was like having a feather in your fingers
while the lines were forming! Because it produced a crystalline sound like bells
while he was manipulating himself? How come once placed on the table it was almost impossible to
detach it? It seemed glued to the floor! How come when the arm stitches were made
that produced them oscillated for a very long time, as if it had an infinite charge inside?
How was it possible that natural damping was so low? The other keys in mine
possession after a short time exhausted the oscillation. I remember that I targeted him with
questions, these are the ones I remember the most. He replied that he had made some
changes compared to the original because once disassembled he realized that the processing
some details could be done in a better way, certainly taking a long time
but, being an enthusiast and not a professional builder with contract workers,
he could afford to carry out certain sophistications that the firms, for various reasons, first among
all the economic side, they had no convenience to realize.
He specified that he had built the oscillating rod of the lines and the support of the Damper
obtaining them from solid, while in the originals they were built by molding and
folding then, that the triangles of the turret have a greater thickness that make it more
stable in the adjustments and that the particularity of the oscillation range of the arm derives
by the flat spring mounted on the oscillating arm of the stitches. It was I who,
complaining about the Blue Racer for the difficulty I encountered in making it go slow

if necessary without adding other weights, which gave him the idea of ​​building a spring with
a stiffness such as to allow its J36 the excursion produced. All these little details,
the accuracy of the construction and the precision of the assembly of the various pieces make the key
almost perfect Alberto.
Surely the collector will be able to turn up his nose in front of a new key that yes
refers to the Vibroplex Lightning created in 1927 because it cannot contain history and experience
of a bug used by who knows how many operators, but he will not be able to ignore the fact
that its operation and therefore the resulting manipulation is undoubtedly better
of the original.
Taking into account that the J36 is already considered probably the best semi-automatic
in the world, this of Alberto exceeds all expectations of the operator he wishes to manipulate
with a Bug, regardless of collecting.
Speaking of this, that is, key collections that have a history or
simply that they are rare or unique pieces, I'm sure you won't be building a fret anymore
similar all over the world, not because there are no artisans able to create a similar J36,
just because I don't think there is a person who wastes so much time making it happen,
having the ability and skill of Alberto.
Those who have had the good fortune to buy it keep it tight, whether they use it or whether it is
just put it on display in your showcase, it is nevertheless exceptional in every detail.
The characteristic voice of the bug, the music it creates when you manipulate it can be
magnificent when the operator manages to play it properly, a real pleasure for the ears.
A handwriting so personal that it identifies the operator at the first bars. The pleasure
that is obtained by manipulating it is, after the vertical, the most intense possible. (in my opinion)


 Natale Pappalardo op. Lino IZ0DDD 

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RADIOTELEGRAFIA

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Far parte dell'Equipaggio MORSE, significa impegnarsi a favore
ed in ricordo della radiotelegrafia marittima.  

Being part of the MORSE crew, means engaging in favor
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